Genitori litigano mentre figlia ascolta

Quando in famiglia si parla solo per litigare: cosa c’è davvero sotto i conflitti?

September 12, 20252 min read

Le famiglie non si rompono solo per grandi eventi traumatici.

Molto più spesso si incrinano lentamente, giorno dopo giorno, in quelle interazioni quotidiane in cui le uniche parole scambiate sono ordini, critiche, rimproveri o accuse. Ci si ama, ma ci si ferisce.

La psicologia relazionale e sistemica ci ricorda che il conflitto in famiglia non è mai solo tra due persone: è un prodotto della rete relazionale. Ogni parola, ogni silenzio, ogni reazione è inserita in un sistema di legami che hanno una storia e una funzione.

Cosa c’è dietro i litigi?

Secondo la teoria sistemico-relazionale (Minuchin, 1974; Boszormenyi-Nagy, 1987), i conflitti familiari ricorrenti spesso rivelano:

Bisogni non espressi: il bisogno di riconoscimento, di vicinanza, di sentirsi visti e considerati.

Aspettative implicite: ciascun membro porta con sé un’idea di come “dovrebbe” comportarsi l’altro, spesso ereditata dalla propria famiglia d’origine.

Equilibri fragili: quando ci sono transizioni (adolescenza, separazioni, cambiamenti lavorativi), la famiglia deve riorganizzarsi. I conflitti diventano un modo, seppur disfunzionale, di ridefinire ruoli e confini.

Stanchezze taciute: dietro uno scatto d’ira può esserci semplicemente una riserva di energia emotiva esaurita.

Conflitto come linguaggio

Nell’ottica sistemica, il conflitto non è solo un problema da eliminare, ma anche un linguaggio relazionale. A volte litigare è il modo (distorto) con cui i membri cercano contatto o riconoscimento, anche se attraverso la rabbia.

Come afferma la terapia familiare, “un conflitto irrisolto è spesso un tentativo fallito di comunicazione.”

La pausa empatica

La prossima volta che ti accorgi di essere sul punto di reagire, prova a fermarti un istante.

Chiediti: “Cosa c’è davvero dietro quello che ha detto l’altro?”

Spesso dietro una frase dura c’è una richiesta d’aiuto mascherata: “Considerami”, “Aiutami”, “Guardami”.

Allenarsi a vedere oltre le parole significa cambiare il copione relazionale e aprire la strada a nuove possibilità di dialogo.

In sintesi

Le famiglie non si definiscono per l’assenza di conflitti, ma per la loro capacità di trasformarli in occasioni di crescita.

Con uno sguardo relazionale, il litigio può smettere di essere una frattura e diventare un ponte: uno spazio in cui imparare a dire “io ci sono” in modo diverso.

Bibliografia

Minuchin, S. (1974). Families and Family Therapy. Harvard University Press.

Boszormenyi-Nagy, I. & Krasner, B. R. (1987). Between Give and Take: A Clinical Guide to Contextual Therapy. Brunner/Mazel.

Cigoli, V. (1995). La famiglia come risorsa. Raffaello Cortina Editore.

Andolfi, M. (2001). La terapia familiare multigenerazionale. Raffaello Cortina Editore.

Aiuto i genitori di adolescenti che vivono le sfide di questa fase delicata a ritrovare più serenità e fiducia nel loro ruolo. Lo faccio attraverso il Metodo SENTIRE, un percorso di parent training emotivo che integra psicoterapia sistemico-relazionale, EMDR e gruppi psicoeducativi. Un cammino che offre strumenti pratici, nuove prospettive e uno spazio di confronto autentico con altri genitori, senza giudizio.

Teresina Moschese

Aiuto i genitori di adolescenti che vivono le sfide di questa fase delicata a ritrovare più serenità e fiducia nel loro ruolo. Lo faccio attraverso il Metodo SENTIRE, un percorso di parent training emotivo che integra psicoterapia sistemico-relazionale, EMDR e gruppi psicoeducativi. Un cammino che offre strumenti pratici, nuove prospettive e uno spazio di confronto autentico con altri genitori, senza giudizio.

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